22/03/25 – GHOST DIVING LOMBARDY LAKES – LIDO DELLE TAVINE

22/03/25 – GHOST DIVING LOMBARDY LAKES – LIDO DELLE TAVINE

Una piccola premessa.

Finalmente abbiamo ufficializzato la nostra posizione in Ghost Diving. Pur essendo già censiti ed attivi dal 2016 nel contesto di Ghost Fishing, per una serie di motivi, quando è stato ridisegnato il sito ufficiale del progetto ed è stato rinominato in Ghost Diving, la nostra pagina era stata cancellata. Questo ovviamente non aveva cancellato il nostro entusiasmo nel proseguire con le attività legate al progetto, che negli ultimi anni ci ha consentito il recupero di diverse reti. Comunque, in tempi recenti, siamo stati contattati dallo staff di GD che ci ha chiesto di aderire nuovamente in termini ufficiali, proposta che abbiamo accolto con piacere e quindi siamo qui per presentarvi il primo intervento da quando abbiamo assunto la nuova posizione nel progetto. La nuova denominazione da GD Lake Iseo si è convertita in una ben più ambiziosa “Ghost Diving Lombady Lakes”, visto che la nostra attività si era naturalmente estesa dal Sebino anche agli altri laghi lombardi.

Io (Tato), Red e Wally ci troviamo al covo e, una volta caricate le ceste sul nostro Nautilus, ci dirigiamo verso Brescia con destinazione Salò, dove ci attendono anche Daniele e Pino. Con un leggero ritardo raggiungiamo il parcheggio e assembliamo l’attrezzatura con un pò di apprensione visto che Daniele e Pino (in compagnia del quale avremmo voluto nelle intenzioni fare l’immersione) hanno già preparato tutto e sono già pronti per saltare in acqua. Alla fine decidiamo di dare “luce verde” ai due visto che non avremmo voluti vederli sciogliersi nelle mute. Li raggiungeremo una volta in acqua. Il piano prevede un intervento di pulizia di una struttura che ci ha segnalato la nostra “guardiana” del Lago Marylou che si è aggiunta per gestire attivamente GD sul Garda. Ci ha girato alcune foto di una struttura metallica a cui si sono aggrappate diverse reti e il nostro obbiettivo è individuarla e, se possibile, pulirla dalle reti e dalle lenze.

Dopo i consueti controlli, noi tre ritardatari scendiamo in acqua e troviamo una visibilità davvero incredibile. Solo un’altra volta negli anni scorsi ci era capitato di trovare un’acqua così cristallina, fatto davvero inusuale anche per il Garda. 

Percorriamo la sagola quasi increduli e davvero estasiati da tanta luminosità. Per darvi un’idea, mi sono attardato alla barca a vela ma vedevo benissimo gli altri sul Berardi… davvero uno SPET-TA-CO-LO!

Dopo aver visitato dentro e fuori il relitto del Berardi, prendiamo la cima che è legata verso il lato di dritta nella zona poppiera e risaliamo lungo la sagola sino ai 20 metri dove salutiamo Pino che ha degli impegni e tagliamo verso sinistra mantenendo la quota dei 20/22m dove sembra sia posizionata la struttura che ci hanno segnalato.

Dopo solo qualche minuto di scooter, grazie alla visibilità davvero maldiviana, la scorgiamo da lontano. Sembra il resto di una piattaforma o qualcosa del genere, dove hanno trovato modo di impigliarsi alcuni spezzoni di rete che ora la drappeggiano. Sicuramente sono reti vecchie, considerato che la loro trama ormai quasi non si scorge sotto le concrezioni e i bivalvi che le ricoprono.

Basta un cenno tra me e Red e subito la squadra si scatena. Wally estrae il retino dalla tasca della muta e, mentre lo dispiega, Red è già all’opera aggredendo la matassa informe con un coltello. Ampi spezzoni di rete si staccano dalla struttura sotto i tagli rapidi ed efficaci di Red. Dall’altro lato Daniele fa esattamente la stessa cosa. In pochi minuti la bellissima visibilità ci abbandona, lasciando il posto a nuvole di sospensione rilasciate dalle reti da cui sfuggono alcuni lampi delle torce ed ogni tanto sbuca una testa o una gamba…

Sembrano quelle vignette dei fumetti che rappresentano un tafferuglio tra due litiganti… 🙂

Nel giro di qualche decina di minuti l’alacre lavoro della squadra si traduce in un sacco zeppo di reti, lenze e qualche bivalve e la struttura metallica risulta un pò più libera da quei sinistri drappi di reti che la ricoprivano. Un piccolo persico si aggira lungo i tubi metallici ripuliti, come a ringraziare per aver eliminato quei materiali alieni.

 

Dopo un controllo rapido sembra che non ci sia nulla da pulire ulteriormente e quindi, richiuso come possibile il retino che è troppo pieno, lo attacchiamo al d-ring posteriore di Wally, che oggi e deputato al traino del carico raccolto.

Rientriamo velocemente godendoci la visibilità che ci sta offrendo il lago. Inevitabile il pensiero corre al nostro amato Sebino che, da questo punto di vista, è decisamente più ingrato.

In pochi minuti raggiungiamo il punto di uscita, dove abbiamo lasciato la boa che recuperiamo prima di emergere in superficie.

Appena emergiamo, troviamo la sorpresa della presenza della nostra Marylou, che ci sta aspettando in superficie. Gradita l’occasione per scambiarci qualche impressione e, nel men che non si dica, ci troviamo soggetto degli scatti fotografici che la nostra amica ci regala.

Smontiamo tutto e, una volta ricaricato tutto sul Nautilus, ci dirigiamo alla solita pizzeria dove ci rifocilliamo con qualche focaccia, mentre pianifichiamo i prossimi passi per dar forma definitiva a questo progetto. Ci lasciamo dopo questa giornata che ci ha reso davvero felici per aver contribuito, per quel poco che è possibile, alla riduzione dell’inquinamento silenzioso che subiscono i nostri laghi. 

State sintonizzati perché ci saranno altre importanti novità!

[Tato]