CONFIGURAZIONE ED ATTREZZATURA

La configurazione DIR tende ad essere il principale punto d’interesse e di discussione, portando all’errore più frequente, cioè pensare che solo una parte del sistema possa essere adattata, come la configurazione dell’equipaggiamento, ignorando il resto, come l’approccio di squadra o l’allenamento fisico.

 

Il DIR è un sistema olistico e, anche se è possibile adottare un aspetto del sistema all’interno di un’altro, non si otterrà un sistema DIR. È anche probabile che sia pieno di complicazioni; lo stesso vale per la stessa configurazione dell’equipaggiamento.

 

Chi decide di apportare modifiche ad una qualsiasi parte dell’attrezzatura, è facile che peggiori la situazione, perché ogni parte è complementare al resto. Una dei principi del sistema più copiati è la procedura di passare l’erogatore principale ad un sub in emergenza d’aria. Questo assicura che il sub in emergenza riceva un erogatore perfettamente funzionante nel modo più veloce possibile.

 

Alcuni adottano questo sistema ignorando altre importanti componenti del sistema. Questa adozione di parti del sistema è una scelta personale, ma è in chiaro disaccordo con i concetti base del DIR.

 

Sub che adottino la stessa, pulita, ben pensata configurazione, saranno più sicuri e più facilmente in grado di darsi assistenza. Modifiche al sistema, per quanto apparentemente minime, porteranno comunque problemi.

Il sistema DIR è stato progettato attentamente per essere efficace in qualunque situazione, non solo per le lunghe penetrazioni in grotta a miscele per cui è rinomato. Gli esploratori subacquei estremi, hanno da tempo capito che un sistema complicato peggiorerebbe le difficoltà e che l’equipaggiamento deve essere funzionale e non di impiccio; lo stesso si può dire per qualsiasi subacqueo o qualsiasi situazione.

 

Sfortunatamente, la maggior parte delle discussioni sul sistema si è focalizzata sulle penetrazioni profonde in grotta. Il sistema è incredibilmente flessibile, lo si può usare in grotta, in oceano, nei relitti e sotto i ghiacci; è ideale per immersioni tranquille sul reef a 10 m, per lunghe penetrazioni in grotta o per immersioni impegnative su relitti; è il sistema giusto sia in caso di visibilità zero che in caso di acqua cristallina.

L’approccio DIR non ha bisogno di essere modificato in funzione dei diversi ambienti. Infatti, il sistema non è stato sviluppato esclusivamente per l’immersione in grotta e i suoi dettami sono ben lontani dall’essere specifici per quest’uso.

 

La sua flessibilità è dovuta ad una ricerca molto attenta e ad una serie d’immersioni in differenti condizioni: Mar Baltico, Mar Rosso, Mar Mediterraneo, Oceano Atlantico, Oceano Pacifico, Grandi Laghi, Puget Sound, Canale di St. Lawrence. I subacquei DIR che s’immergono in acque fredde usano guanti e mute stagne gonfiate con argon, in acque gelide guanti stagni e sottomuta più spessi con argon e, a volte, riscaldatori elettrici. I subacquei di acque fredde usano moschettoni leggermente più grossi, ma per il resto, s’impiega esattamente lo stesso sistema sotto i ghiacci come in acque tropicali.

[dal sito www.diritalia.it]

vuoi approfondire il sistema “Doing It Right”

DOING IT RIGHT

La convinzione che la standardizzazione delle attrezzature, l’esigenza di mantenere una configurazione “pulita”

IL SISTEMA DIR

I principali componenti del sistema DIR sono legate ai concetti di Team unificato, preparazione del subacqueo