ISOLA DELLE ROSE

ISOLA DELLE ROSE

ISOLA DELLE ROSE

… l’isola che non c’è, ma che ci fu!!
 
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Era il 1968, le TV erano in bianco e nero, a Liverpool i Beatles cantavano Hey Jude, in Vietnam la guerra era in pieno svolgimento, in America veniva fondata la Intel Corporation e in Italia…
Beh in Italia un pazzo geniale ingegnere bolognese decise di costruirsi un’isola al largo di Rimini e dichiararla Stato indipendente e sovrano. Oggi signori e signore, ho il piacere di parlarvi dell’Isola delle Rose. Tutto ebbe inizio nel lontano 1956, quando l’allora trentenne Giorgio Rosa ebbe la fantastica idea di costruire un’isola in acque internazionali. Fu così che tra un tortellino, qualche calice di troppo e quattro chiacchiere con un docente di diritto internazionale, il nostro ingegnere tradusse la sua idea nel brevetto dal titolo “Sistema di costruzione di isole in acciaio e cemento armato per scopi industriali e civili”.
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Nel 1958 Giorgio Rosa costituì dunque la SPIC (Società Sperimentale per Iniezioni di Cemento), con presidente Gabriella Chierici, sua moglie. Nello stesso anno, utilizzando un sestante ed allineandosi con il faro del grattacielo di Rimini, iniziarono anche i sopralluoghi per trovare il sito ideale. Il sito fu trovato a circa 11.5km dalla costa ed era ottimo per due motivi: il primo è che aveva una profondità media di 12-13 metri; il secondo che era 500 metri oltre il limite delle acque nazionali. Per ovviare al problema del trasporto dei materiali di costruzione sul posto (essendo in bolletta e avendo solo piccole imbarcazioni a disposizione) decise di saldare un telaio di tubi in acciaio a terra, e poi, chiudere le bocche dei tubi, trasportarlo in galleggiamento fino al punto prescelto, aprire i tubi, affondarlo in posizione e infine procedere con le iniezioni di cemento. I lavori proseguirono fino all’estate del 1962 quando però, per problemi finanziari, ingegneristici e burocratici, l’impresa si bloccò.
 
Quasi due anni più tardi, Giovedì 30 luglio 1964, la struttura fu finalmente varata e trasportata via mare da tre rimorchiatori. Il giorno seguente la struttura toccò il fondale. Per tutto il 1965 ed il 1966, anche se molto lentamente per via delle difficili condizioni meteo, proseguirono i lavori di armamento della struttura. Sui pali, ad un’altezza di 8 metri sopra il livello del mare fu gettato il primo piano in cemento armato, l’area a disposizione era di 400 m² che ospitava un bar, l’ufficio postale, una “banca”, un negozio di souvenir e qualche camera da letto. Il progetto prevedeva in totale 5 piani nei quali ospitare negozi, ristoranti e altre attività commerciali.
 
Il 20 maggio 1967 alla profondità di 280 metri fu trovata, per perforazione, una falda di acqua dolce e così, tre mesi dopo anche se ancora incompleta, l’isola aprì al pubblico. La struttura divenne subito un’attrazione turistica, infatti servivano solo 15-20 minuti in barca per raggiungerla da riva. Rosa costruì una piccola area di sbarco, e così i primi clienti cominciarono a salire a bordo. 
 
Ovviamente lo Stato italiano rodeva parecchio non era affatto contento di tutta questa attività appena fuori dalle acque territoriali, vari ritardi nella costruzione furono infatti dovuti all’intervento della capitaneria di porto e della guardia costiera. La motivazione era che la piattaforma sorgeva su un sito che era stato dato in concessione all’ENI e per di più intralciava il traffico marittimo.
 
Fu proprio per tutte le rogne che gli venivano create dallo Stato che, il 1º maggio 1968, l’isola artificiale dichiarò unilateralmente l’indipendenza con Giorgio Rosa come presidente.
 
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Luca Nervi ne sarebbe stato orgoglioso!!
 
L’isola si proclamò Repubblica con un governo formato da una Presidenza del Consiglio e da cinque ministeri.
Nacque così la Esperanta Respubliko de la Insulo de la Rozoj.
Nome strano direte… Questo perché Rosa decise di adottare l’Esperanto come lingua nazionale. Non contento il Presidentissimo fece anche stampare i francobolli nazionali, venne creata una bandiera con 3 rose intrecciate su uno scudo e con sfondo arancione. Come moneta scelsero il mill, anche se non venne mai adottato e come inno nazionale fu scelto un passo dell’Olandese volante di Richard Wagner.
 
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L’estate riminese del 1968, come la precedente, vide grande traffico marino dalla costa italiana verso l’Isola delle Rose e viceversa. In quel periodo infatti era il boom del turismo e l’isola artificiale suscitava molta curiosità. Da Rimini e Cesenatico venivano organizzati giornalmente viaggi verso la nuova Repubblica in mezzo al mare. Questo, ovviamente, piacque moltissimo ruppe ancora di più i maroni delle forze dell’ordine italiane che vi assistevano impotenti.
 
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Ma l’attrazione è la piattaforma o la FI…….DANZATA??😍😍
 

Ad appesantire il clima di tensione tra lo Stato italiano e la Repubblica delle rose ci si misero anche i giornali. Chiaramente l’atmosfera sull’isola era eccentrica. Immaginatevi di essere a fine anni 60 nel bel mezzo del movimento HIPPIE, sole, musica, alcool come se non ci fosse un domani, belle FI….DANZATE a destra e a manca…. E fu così che alcuni giornalisti insinuarono che l’isola fosse in realtà un night o un bordello. Da lì a poco altre ipotesi presero piede, c’era chi sosteneva fosse un casinò (allora illegale in Italia), altri scrissero che era una radio pirata. Altri ancora, probabilmente perché si era nel bel mezzo della guerra fredda, dissero che era una base di attracco per sottomarini russi. Girò addirittura voce che gli americani temessero fosse un piccola Cuba in mezzo al mediterraneo, così si attivarono persino i servizi segreti italiani (che nel tempo hanno cambiato così tanti acronimi che l’unica cosa di segreto che hanno è come si chiamano).

Qualunque fosse il motivo reale, il governo italiano, complice anche l’idea che Rosa volesse vendere carburante senza accise, ritenne che l’Isola minasse la sicurezza nazionale e rispose rapidamente e con decisione. Martedì 25 giugno 1968, 55 giorni dopo la dichiarazione d’indipendenza, una decina di pilotine della Polizia, dei Carabinieri e della Guardia di Finanza circondarono la piattaforma e ne presero possesso. Fu vietato a chiunque di attraccare, e non fu nemmeno consentito al guardiano Pietro Ciavatta, unica persone al momento sull’isola, di sbarcare a terra. Solo l’11 luglio 1968, le autorità italiane permisero al guardiano dell’isola di tornare a Rimini.

La Repubblica andò in esilio e intraprese varie battaglie legali. Rosa le provò tutte per salvare l’isola, scrisse al Presidente della Repubblica per lamentarsi dell’invasione ma non ottenne nessuna risposta, provò a contattare anche il consiglio d’Europa a Strasburgo senza successo.

Alla fine non ci fu niente da fare, L’11 febbraio 1969 arrivò l’ordine di demolizione. I sommozzatori della Marina Militare Italiana (del G.O.S. – Gruppo Operativo Subacquei appartenente al COM.SUB.IN. – Comando Subacqueo Incursori “Teseo Tesei”) la minarono con 75 kg di esplosivo per palo (675 kg totali). Tuttavia, apparve subito evidente che l’ingegner Rosa aveva fatto bene i compiti a casa perché la piattaforma resistette a questa esplosione. Due giorni dopo vennero applicati per ogni palo 120 kg di esplosivo (1.080 kg totali), ma la nuova esplosione fece solo deformare la struttura portante dell’isola, senza farla cedere. Un po come Rocky dopo 15 riprese contro Ivan Drago!!

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Nel frattempo alla marina dopo 1755 kg di esplosivo….

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Alla fine, Mercoledì 26 febbraio 1969, una burrasca fece definitivamente inabissare l’Isola delle Rose. Dopo l’affondamento, le procedure di smantellamento e pulizia durarono circa quaranta giorni, fino alla metà di Aprile 1969. Il governo della Repubblica delle Rose continuò a lavorare in esilio per ancora qualche mese, Rosa per commemorare la caduta della sua isola stampò l’ultima serie di francobolli, che a quanto pare, sono ancora molto ricercati fra i collezionisti.

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Proprio come quando ero bambino e mio papà mi diceva sempre “lo scherzo è bello quando dura poco”, lo scherzo dell’ingegnere Rosa è durato solamente 55 giorni, ma la storia della sua isola è sopravvissuta all’isola stessa.
Ragazzi non so voi come vi sentite ma io sono anche più triste di quando muore Goose!! 😢😢😢
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Non è vero, lo guardo spesso e piango sempre… 😢😢

Per evitare che fatti simili accadessero ancora, l’ONU spostò il confine delle acque nazionali a 12 miglia dalla costa…. In tutto il mondo. Ad oggi, la distruzione dell’isola delle rose, è l’unica guerra d’invasione commessa dalla Repubblica Italiana.

L’ISOLA DELLE ROSE OGGI

Nel luglio 2009, proprio in occasione del 40° dall’affondamento, i sub del diving Dive Planet hanno ritrovato alcuni resti della struttura metallica e dei muri. Oggi, l’area in cui si trovava l’Isola delle Rose è un sito di immersioni adatto a tutti considerata la profondità massima di 12 metri. L’area è ricca di elementi di biologia e microbiologia, che è possibile trovare tra i vari resti della struttura. Mettiamola così, lo so che non è un’immersione che entrerà nella nostra lista di quelle da fare, ma se dovessimo farla, da quel che vedo nel video dell’immersione ci sentiremmo decisamente a casa nostra 😂😂.

P.S. Quando ho deciso di scrivere su questo sito, l’ho fatto con l’intento di parlare in particolare di cose inerenti la subacquea. Mi rendo conto che questo articolo, se non per una semplice immersione, ha veramente poco a che fare con il nostro sport. Vi prometto che i prossimi articoli tratteranno cose più subacquee e più serie (ma non necessariamente in maniera seria e noiosa). Tuttavia, credo valga la pena raccontare questa storia poco conosciuta. A chi non piace sapere di un uomo che ha avuto il coraggio di realizzare il suo sogno e già che era in ballo alzare il dito medio allo Stato? Inoltre pensateci bene, se Rosa negli anni 60 con un gruppetto di amici è riuscito a fare tutto tutto ciò, cosa ferma il gruppo NCD dal realizzare una barca, un habitat subacqueo o qualunque altro progetto verrà pensato per il futuro ??

P.P.S. Se volete approfondire l’argomento qui c’è un bel documentario sull’isola delle rose, contiene molte testimonianze e fotografie dell’epoca. Ovviamente è in Esperanto, per rimanere fedeli all’idea originale😅 (non è poi così male come lingua e anche abbastanza facile da capire) ma tutte le interviste sono in italiano. Se invece volete fondare anche voi la vostra micronazione, magari sul nostro Sebino per farla più nostrana, vi lascio anche un bel tutorial che ho trovato.

Per finire, se per caso vi stavate chiedendo come mai ho deciso di scrivere questo articolo, ringraziate Netflix… ha fatto un film mooooolto romanzato ma altrettanto simpatico e  divertente…. Ve lo consiglio.

[Pat]