18/08/16 – Da la Digue a Tavernola

18/08/16 – Da la Digue a Tavernola

Rientrato dalle vacanze il martedì, chiamo a rapporto chi disponibile per un tuffo nel nostro lago. Le immersioni che ho fatto alle Seychelles non mi hanno per nulla soddisfatto, e quindi ho davvero voglia di fare un’ immersione un pò più seria, anche se rassegnato ad una scarsissima visibilità.

L’unico che non è ancora in ferie ed è disponibile, è Wally con il quale concordo un incontro presso la Marinetta per poi trasferirci alla baia dei surfisti. Quando arrivo Wally è già presente e trasferiamo rapidamente la sua attrezzatura sulla ncdmobile-lite e partiamo velocemente. Il cielo è coperto ma non piove. Raggiungiamo la meta dopo esserci aggiornati reciprocamente sul periodo appena trascorso. Montiamo rapidamente l’attrezzatura e saltiamo in acqua. Soliti controlli e, dopo una pianificazione approssimativa circa gli obbiettivi del tuffo, partiamo. Abbiamo deciso di trasferirci intorno ai 10/15 m e di tornare a dare un’occhiata ai rottami di auto e moto che abbiamo trovato io e Wally oltre i 50 metri l’anno scorso. La visibilità è sorprendentemente buona e scooterare diventa un piacere.

Prima di arrivare nella zona di nostro interesse individuiamo una cimetta nera che scende perpendicolare al nostro percorso. Un rapido cenno di intesa e scendiamo seguendola. Intorno ai 25 metri troviamo una rete, probabilmente quella in cui era incappato Fabri durante l’ultimo giro che abbiamo fatto più di un mese fa (e che avevamo lasciata intatta visto che era stata posata da poco) che evidentemente è stata dispersa. Infatti è ricoperta di fango e diversi dei i pesci intrappolati sono completamente decomposti. La seguiamo sino ad arrivare intorno ai 50 metri dove termina, avvolta in un grosso pesce, forse un siluro.

Partiamo verso nord e, sempre alla quota di 50/55 m raggiungiamo la zona che ci interessava. In effetti troviamo i resti di auto e moto che ci ricordavamo e ne memorizziamo meglio la posizione. Proseguiamo ulteriormente verso nord e, quando riteniamo di aver soddisfatto la nostra fame di inerte, iniziamo la risalita in verticale sino ai 21, dove Wally passa al 50. Terminato il cambio gas iniziamo il rientro seguendo la deco che Wally ha deciso. In una visibilità davvero buona, navighiamo verso sud seguendo le pareti e le franate, godendoci finalmente di una vista decente dell’ambiente circostante. Quando arriviamo alla nostra linea che segnala il punto di uscita la deco è ampiamente terminata e quindi ci aspetta solo una lenta risalita dai 6 m sino alla superficie. Intorno ai 4 metri scorgiamo dei lampi e, una volta in superficie ci rendiamo conto che, di li a poco, un forte temporale accompagnerà la nostra svestizione. Usciamo e, il più rapidamente possibile, smontiamo tutto. Io mi cambio nel retro della furgonetta proprio mentre inizia a piovere in modo copioso e Wally, che ha ancora la muta, mi passa l’attrezzatura. Purtroppo, dopo pochi minuti inizia a tempestare violentemente e per Wally diventa un supplizio andare a recuperare le ceste. Dopo aver caricato tutto, con mossa felina io passo davanti e Wally sale dietro ancora con la muta indosso. 

A nulla è servito lo scatto atletico… sono letteralmente fradicio dopo aver percorso solo un paio di metri in qualche secondo. Ci dirigiamo alla Marinetta sotto la tempesta e con le strade che sembrano fiumi. La furgonetta procede come un natante sollevando enormi schizzi laterali. In prossimità di Predore alcuni chiusini stradali si sollevano sotto la spinta dell’acqua che sgorga violenta in senso contrario. Quando arriviamo alla Marinetta sta spiovendo e aiuto Wally a trasbordare. Mentre si cambia ordino la mia pizza e le birre. Poco dopo arriva anche Wally e ci sistemiamo i livelli alcoolici promettendoci il recupero della rete. Dopo il caffè di rito ci salutiamo e rientriamo indipendentemente alle nostre destinazioni. Una bella serata trascorsa allegramente sott’acqua.

Tato.