HAVEN RELOADED

HAVEN RELOADED

Di nuovo sulla Haven

Dopo che il più rompiscatole del gruppo, nella puntata precedente,  non era riuscito ad immergersi sul relitto della Haven e soprattutto dopo averne subito gli improperi e le maledizioni per più di due settimane, ci siamo decisi a fissare un giorno infrasettimanale  da dedicare a questa immersione. Eccezionalmente anche Tato, sprezzante delle conseguenze del suo gesto incosciente, decide di partecipare ed organizzare l’uscita.

Quindi lunedì si preparano i bibo di 18/45 e le deco di EAN50 e martedì si caricano torce e scooter. Fabri e Tato preparano la NCD mobile #2 in modo impeccabile, sfruttando ogni cm cubo e facendoci stare 4 scooter, 4 bibo, 4 stages e tre ceste oltre alle borse a corredo. Alle 5:45 ci si ritrova tutti al covo e (I-N-C-R-E-D-I-B-I-L-E!) alle 5:58 siamo già per strada scortati dal furgone di Zio Ferru che si tratterà poi in liguria per lavoro. Alle 8:00 arriviamo al diving che è…. chiuso. Mentre scarichiamo arriva il primo ospite oltre a noi e poco dopo anche Gino che apre.

Dopo vari cazzeggi, finalmente alle 10:30 ci si veste e s’imbarca tutto sul gommone. Questa volta GUE-EDGE a secco e, appena giunti sul posto di salta in acqua e ci sistema velocemente in superficie. Bubbles check e giù, senza esitazioni ma tutti insieme, marcandoci stretti. Il ponte si profila rapidamente e, memorizzata la cima di risalita ed individuata la direzione di prua saltiamo dal castello quasi in caduta libera. “Atterriamo” sul ponte a -55 m al 3° minuto e sono felice di partire verso prua. Dopo poche decine di metri prendo la fiancata di dritta, curioso di sporgermi oltre per valutare la visibilità che non è male.

Muri di castagnole e di piccoli saraghi si aprono al nostro passaggio ricordandomi i banchi di glass fish dei mari più caldi. Procediamo spediti verso prua, godendoci lo spettacolo di un ponte di cui non si riesce a stimare la larghezza. I tubi del greggio, longitudinali alla coperta, ci accompagnano sino scomparire sotto una rete che fascia il ponte da bordo a bordo. Oltrepassata la rete ci rendiamo conto di essere in procinto del nostro traguardo perchè il ponte, prima impercettibilmente e poi sempre più decisamente, si ‘flette’ verso il basso sino ad interrompersi in un bordo frastagliato e deforme.

E’ il punto in cui il calore, unito alla trazione dei rimorchiatori, ha separato la prua dal resto dello scafo. Uno sguardo d’insieme e qualche metro rubato alla pianificazione ci consentono di capire il dramma che si è consumato in queste acque, e solo l’immaginazione può aiutare a concepire le temperature che hanno reso plastico l’acciaio del fasciame di questo spessore. Un ok e decidiamo di tornare sui nostri passi ma percorrendo la murata di sinistra. Banchi di pesce si separano davanti ai nasi dei nostri scooters ed è un piacere percorrere il tratto di rientro al castello con una temperatura davvero gradevole (altro che lago!)

Arriviamo al castello che, visto da sotto, sembra un condominio con le finestre troppo piccole. Facciamo un giro alla base, passando anche dietro allo smisurato fumaiolo. Iniziamo la risalita fermandoci davanti ad un boccaporto a -40 metri per il primo D.S. Proseguiamo salendo a spirale intorno ai vari ponti e giunto a -33 metri non resisto e stacco deciso verso il fumaiolo. Si nota immediatamente che è stato tagliato di netto. Le ciminiere ed i vani di manutenzione aperti da un taglio netto ci fanno apprezzare le dimensioni di questo demonio del mare. Potremmo scendere praticamente in orizzontale dentro il camino principale! I mie compagni sembrano piccoli colibrì davanti ad un fiore metallico di dimensioni esagerate.

Purtroppo è ora di risalire e lasciare il relitto. Si torna al castello e, avvicinatici alla cima, clippiamo le torce e risaliamo sino ai -21 dove eseguiamo il cambio gas. La deco scorre tranquilla ma un piccolo casino con il mio scooter (la cui cima si è incattivita con il latch dell’ossigeno mentre sistemo l’attacco della GoPro sullo scooter di Fabri) ci fa perdere la cima di risalita quando mancano ancora circa 14 minuti di deco. La corrente ci ha spostato e, complice il casino che ho fatto, non riusciamo più a vedere la cima. Tentiamo un giro ricognitivo, lasciando Foxed e Fabri fermi ma non c’è nulla da fare.

Terminata la deco, Ferru lancia il pallone giallo e scopriamo, una volta in superficie, di essere a circa 300 metri dal gommone. Scooters a palla e in qualche minuto stiamo passando le stages ai ragazzi che ci stavano aspettando. Rientriamo sul gommone felici mentre riviviamo tutta l’immersione e sbarchiamo tutto. Ci risciacquiamo giocando con la canna dell’acqua (beh! Foxed forse ci gioca un po’ troppo) e, prima di andare a pranzo ci tocca anche assistere ad un idiota che passa con l’auto sulla MIA muta. Alle mie rimostranze il genio fa “pensavo fosse uno straccio!” Si… pistola! Uno straccio da 1.300 €!!! Vabbè.

Saldiamo i conti con il diving ed andiamo a pranzo al ristorante adiacente. Mentre mangiamo (con molto appetito) parliamo dell’immersione e ci riproponiamo di tornarci nuovamente tutti insieme. Finito di pranzare salutiamo Zio Ferru e, alternando due ubriachi al volante, sono lieto di arrivare vivo e vegeto al covo. Quando scendo dall’NCD mobile #2 scopro una bellissima strisciata blu. Chiedo notizie al secondo autista (non faccio nomi me è il piccoletto) e candidamente mi dice “Ah! dev’essere quell’affare blu che ho preso sotto in autostrada” Per fortuna dormivo !!

Una bellissima giornata trascorsa insieme e impreziosita dal fatto, almeno per me, di essere infrasettimanale. Speriamo di replicare a breve tutti insieme!

GAS: 18/45 + EAN50
RT: 72′
Max. Prof. 65,4 m.
Min. Temp. 14°C

TATO