LIDO DI MANERBA – 23/11/13

LIDO DI MANERBA – 23/11/13

Alla ricerca dell’Airone

Un post letto in settimana su Facebook è stato lo spunto del tuffo di questo week-end. Abbiamo saputo che una motonave di 21 metri è affondata nel 2011 dalle parti dell’isola dei conigli al Garda e ci è venuta l’idea di andare a darci un’occhiata. Un rapido sguardo al foglio presenze il venerdì sera, decreta la carica di 4 bibo.

Questa volta saranno presenti Ferru, Foxed, Tato e W67. Ritrovo alla solita ora al covo e, montato il porta-scooters, carichiamo il povero Doblò e partiamo verso il Garda. Nel tragitto inizia a piovere e non sembra sarà un’immersione asciutta… Arriviamo a Manerba e, dopo due tentativi troviamo tra due proprietà private un viottolo che conduce al lago. Fermiamo l’NCD mobile proprio sulla spiaggia. Scarichiamo tutto sotto una pioggerella leggera ma fastidiosa. Ci vestiamo ed entriamo in acqua. GUE-EDGE e, giusto il tempo di sistemare gli scooters, partiamo seguendo la spiaggia in pochi metri d’acqua.

Incredibilmente troviamo un fondo sabbioso increspato come fosse una spiaggia marina. Per un attimo godiamo di questa immagine, per noi insolita (ma quando mai vediamo il mare?!?) e poco dopo degli scogli appaiono ad interrompere l’idillio. Ci teniamo gli scogli sulla sinistra e avanziamo intorno ai 10 metri. Più procediamo e più gli scogli assumono l’aspetto di una vera parete. La roccia è cesellata in forme originali ed insolite… sono talmente ricercate nella forma da sembrare artificiali… sembra di essere a Gardaland Sorridente

Ben presto la verticalità si accentua ed in breve ci troviamo a fianco di un vero muro di roccia abbastanza chiara. La conformazione articolata si mantiene per tutta la parete impedendoci di abituarci alla bellezza di questo lavoro della natura. La visibilità non è molto buona ma resta possibile scooterare con una certa tranquillità. Quando è circa il 30′, incrociamo una grossa anguilla che sembra incollata alla parete. I fasci delle nostre torce la infastidiscono al punto di costringerla a muoversi pigramente e girare verso il fondo… giusto il tempo di mettersi a distanza di sicurezza e si risistema comodamente sulla parete. Mentre si cerca di ripartire lo sventolio di una torcia ci interrompe e Foxed con W67 sprofondano rapidamente. Tato e Ferru non capiscono al volo cosa sta succedendo ma in pochi attimi i due ricompaiono con il coltellino di Ferru in mano: un recupero “al volo” dell’accessorio infilatosi in una spaccatura della parete. Della serie… le badanti della badante Sorridente

Avanziamo ancora ma ci rendiamo conto di essere al limite della capacità dell’autonomia degli scooters utile a rientrare. Non avendo trovato il relitto nonostante la certezza di essere oltre il raggio in cui avremmo dovuto trovarlo, risaliamo in superficie per determinare il punto. Il cielo pumbleo di quando ci siamo immersi ha lasciato posto ad un cielo scurito dal crepuscolo e, girandoci a 360° scopriamo di essere a una decina di metri da un faro. Siamo molto oltre il traguardo che ci eravamo prefissati e, dopo aver scambiato quattro parole ci immergiamo nuovamente, proponendoci di stare intorno ai 6 metri (dalle notizie reperite l’Airone sta a 10 mt. di profondità per qualcuno e a 6 mt. per altri), augurandoci di riuscire ad incrociarla nonostante la scarsa visibilità. Dopo una decina di minuti, in concomitanza di una svolta nella direzione di marcia, sbattiamo letteralmente contro la motonave. In realtà non siamo noi che abbiamo trovato il relitto , è il relitto che ha beccato noi! Sorridente

Dopo un giretto rapido dentro e fuori il relitto, Tato e Ferru si liberano degli scooters e misurano con la bindella le dimensioni che si era deciso di rilevare. W67 e Foxed filmano l’esterno come concordato. Purtroppo l’ora tarda non ci consente di fermarci sul relitto troppo tempo… siamo già ben oltre l’orario in cui le nostre metà si attendono un cenno telefonico e, a malincuore, dobbiamo tornare sui nostri passi.

Un ultimo rapido giretto e, ripreso gli scooters, si torna, con la parete a destra. Bisognerà tornare da questa parti per verificare sino a che profondità scende la parete vicino al faro. Con una buona visibilità e la luce del mattino dovrebbe essere uno spettacolo davvero suggestivo… Dopo altri 25′ circa di tragitto ci ritroviamo spiaggiati in una specie di fiordo norvegese che ci costringe a ritornare indietro per guadagnare la sinistra e raggiungere il punto di uscita. A due minuti l’uno dall’altro gli scooters di Ferru e W67 si mettono a suonare completamente scarichi… sembra che siano stati programmati, l’uscita è solo ad una decina di metri! In effetti non abbiamo navigato con continuità e probabilmente il continuo spuntare dei motori elettrici ne ha ridotto l’autonomia anche se i timer segnano 93′ e (lo so ora che scrivo queste righe n.d.r.) abbiamo percorso 3 Km. Usciamo e apprezziamo il fatto che non piova ma, giusto il tempo di togliersi i bibo, alcune gocce iniziano a scendere costringendoci a cambiarci e a caricare tutto sotto una pioggia fastidiosa. W67, che si era già “allagato” (notare le virgolette!) sembra non curarsi della pioggia e alla fine, una volta caricato tutto e fissati gli scooters sul portapacchi, si può rientrare. Giunti al covo si scarica tutto al volo e via a casa dalle mogli che stanno già impugnando il tomahwak e danzano inferocite intorno al palo delle torture  Sorridente

GAS: EAN 32
RT: 94′
Max. Prof. 15,2 m.
Min. Temp. 12,3°C

TATO