Avanziamo spediti, senza mai fermarci e tenendo il gruppo compatto. Pochi minuti di navigazione e troviamo i relitti di due barchette che ci promettiamo, prima o poi, di spostare più vicine al Rapanui. Dopo circa 25 minuti incontriamo l’inizio della parete che ci accompagna alle guglie.
Un rapido sguardo e Fabri e Ferru cambiano, per sicurezza, gli scooter con quelli che hanno al traino Foxed e Tato; in questo modo abbiamo due scooters ancora carichi nel caso debbano essere usati.
Un rapido controllo e ripartiamo consapevoli di non essere ancora a metà del percorso previsto. La visibilità si mantiene sempre più che decente e la parete cede il posto ad una franata che si ridimensiona nella grandezza dei massi che si assottigliano, man man si procede verso sud, sino a diventare ghiaia. Ad un tratto troviamo il relitto di una piccola imbarcazione in vetroresina che sembra intatta. Ci perdiamo qualche minuto e ripartiamo fermandoci poco dopo di fronte al relitto di una barchetta in legno che sulla fiancata riporta il nome “Foxy Lady”. Ripartiamo prima che Foxed possa innamorarsene e continuiamo la nostra cavalcata. Ben presto il fondo torna fangoso e privo di interesse non fosse per un masso di roccia talmente scura da sembrare ossidiana. Tato si ferma per dare un’occhiata e si riparte. La luce che non proviene dalla superficie ci ricorda che siamo in acqua da diverso tempo e che si è fatto buio. Iniziamo e recuperare quota e poco dopo incrociamo alcune delle catenarie che trattengono i moli in superficie, che, apparendo come una foresta di kelp californiano, ci preannunciano la fine del ns. percorso. Quando riemergiamo scopriamo di aver tirato lungo e ci immergiamo di nuovo per rientrare di qualche centinaio di metri sino al punto stabilito per l’uscita.
Distanza percorsa: 2.750 m