Di nuovo si ripete la scena: Wally posiziona la testa della bindella e pinneggia all’indietro. Steve annota, oltre ai dati che gli indica Wally, anche i minuti di percorrenza che ha rilevato Tato. Red 1 illumina il campo e Tato riprende i due all’opera. La visibilità non è certo tra le migliori ma… insomma… ci si vede. Ok. Stazione rilevata. Un cenno con le torce e si riparte verso nord.
Questa volta il tragitto non e’ troppo lungo e dopo poco più di un paio di minuti ecco apparire tra la “nebbia” della sospensione il marker della stazione numero #3. Di nuovo Wally rileva la visibilità e Steve annota i dati che Wally gli comunica a gesti. Un rapido gesto d’intesa e immediatamente siamo nuovamente in viaggio verso nord. La parete presto scompare alla nostra quota per lasciare spazio ad una franata che ci accompagna sino a quando non vediamo profilarsi la parete su cui abbiamo fissato il marker della stazione numero #4. Ci fermiamo in prossimità della stazione ed effettuiamo anche questa misura. A vedere i miei compagni sembra che abbiano sempre fatto solo quello. Con un sorrisetto dietro la maschera ricordo quando, per ore, giorni e mesi in piscina ed al lago, erano alla disperata ricerca di un assetto che ora sfoggiano come fosse uno stato naturale. E’ un piacere vederli lavorare, sospesi nel vuoto, trattenuti solo dalla propria abilità ormai metabolizzata, consci di avere altre decine di metri sotto di loro e così distanti dal fondo che la miscela che respiriamo rende pericolosamente proibitivo.